Aree di Intervento
Consulenze aziendali per sicurezza e salute nei luoghi di lavoro
Consulenza di Responsabile della sicurezza per la prevenzione e la protezione sui luoghi di lavoro (RSPP Art.13 del Lgs 196/2003): sanità e servizi sociali, luoghi di intrattenimento
Consulenza di Addetto alla lotta antincendi per attività di rischio medio e primo soccorso aziendale
Il testo unico per la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro ((D. Lgs 81/ 2008 e successive mod. con d.lgs. 106/2009) equipara l’Italia agli standard normativi internazionali ed europei, fissando e promuovendo la prevenzione e la sicurezza sul lavoro attraverso la formazione e l’informazione, la qualificazione delle imprese e la semplificazione degli adempimenti burocratici. Perché il sistema lavorativo trovi la sua efficacia si deve fondare sulla collaborazione tra lavoratori e azienda precisando e definendo le singole competenze.
Il lavoratore ha il diritto di operare in un luogo sicuro con dispositivi a norma, con il dovere di segnalarne eventuali carenze soprattutto tramite il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS). Il datore di lavoro deve provvedere a mantenere in salute e in sicurezza i lavoratori per poter aspirare ad una migliore produzione. E’ quindi necessario garantire ai lavoratori condizioni di lavoro gradevoli e contribuire al loro stato generale di benessere. Fra i problemi di salute che rischiano di divenire sempre più importanti e di determinare una definitiva incapacità al lavoro, figura la depressione. Favorire la salute mentale sul luogo di lavoro significa migliorare la prevenzione della violenza e delle molestie sul lavoro, nonché lottare contro lo stress.
L’andamento degli infortuni anche mortali sul lavoro è in calo grazie all’evoluzione della normativa e delle procedure di sicurezza, ma lo stress resta la causa più comune degli incidenti. L’azienda, il luogo di lavoro, non può essere considerato semplicemente quel luogo in cui si produce reddito, ma anche, e soprattutto, quel luogo in cui l’individuo è facilitato ad acquisire benessere, a condividere valori, a vivere relazioni, ad arricchire la propria esperienza di vita. Il datore di lavoro deve quindi avviare tutta una serie di procedure e relativa documentazione riguardo i rischi di natura infortunistica igienico-ambientale e di esposizione a “stress lavoro correlato”.
E’ qui che si inserisce la figura di RSPP nella valutazione di tale rischi e nella pianificazione ed organizzazione dei processi di lavoro, degli ambienti di lavoro, nella formazione ed informazione dei lavoratori, in un clima partecipativo di regole condivise. L’RSPP è un consulente qualificato, in possesso di attestato di formazione, il cui compito principale è la formazione e la diffusione capillare della cultura della sicurezza che crea un valore aggiunto all’attività aziendale assicurando:
- maggiore produttività
- riduzione dei rischi
- crescita organizzativa
- crescita gestionale
individua quindi i rischi, verifica i livelli di sicurezza integrando eventuali migliorie, elabora procedure per le diverse attività, propone programmi di gestione dell’emergenza.
La figura dello psicologo inoltre aiuta il datore i lavoro a “misurare” lo stress dei propri dipendenti, provvedendo, qualora esista, a eliminarlo o almeno a ridurlo.
I fattori stressanti nell’ambiente di lavoro possono riguardare:
- l’inadeguatezza organizzativa (orario di lavoro, monotonia o frammentarietà, grado di autonomia, corrispondenza tra competenze e requisiti professionali richiesti, carichi di lavoro, mancanza d’ attenzione, incertezza)
- le condizioni ambientali (esposizione a comportamenti illeciti, rumore, calore, sostanze pericolose, posture scomode e stancanti)
- la comunicazione (incertezza in ordine alle prestazioni richieste, poca chiarezza, ambiguità)
- la presenza di fattori soggettivi (tensioni emotive e sociali, sensazione di incapacità, percezione di mancanza di attenzione nei propri confronti)
La valutazione in contesto lavorativo prevede il monitoraggio su gruppi di lavoratori, la raccolta dei fattori di stress soggettivi (autostima, concentrazione, rendimento) e oggettivi (produttività aziendale, assenteismo, infortuni), l’individuazione delle condizioni di malessere generale con l’ausilio anche di test psicologici di valutazione dello stress (validati scientificamente e riconosciuti a livello internazionale, strumenti di applicazione clinica utilizzabili esclusivamente da psicologi iscritti al relativo Albo professionale) o focus group di lavoratori, con redazione di una relazione conclusiva contenente anche eventuali proposte di intervento migliorativo di carattere generale ed eventuali proposte di approfondimento per quelle situazione dove il potenziale rischio si ritiene più elevato.
Il lavoro svolto si fonda sul concetto di prevenzione che in una fase primaria ha l’obiettivo di impedire o limitare l’esposizione dei lavoratori ai fattori di rischio:
- ottimizzando l’ambiente e gli orari di lavoro
- promuovendo una cultura dell’impresa che favorisca il rispetto della dignità umana, scoraggiando ogni forma di violenza psicologica
- attuando condizioni di lavoro trasparenti
- favorendo la partecipazione e la condivisione degli obiettivi dell’impresa
- attivando un processo continuo di informazione
- valorizzando le risorse umane, attraverso percorsi di formazione adeguati
- progettando compiti lavorativi a misura d’uomo
- informare e formare sullo stress
La prevenzione secondaria permette invece una diagnosi precoce attraverso una sorveglianza sanitaria di quei sintomi fisici, comportamentali, psichici ed emotivi responsabili di una condizione psicofisica disfunzionale. Dovrà essere informato immediatamente il medico competente. Attraverso la prevenzione terziaria si procede infine verso la cura delle patologie e attraverso un approccio multidisciplinare si istituiscono protocolli di riabilitazione, per pensare poi ad un adeguato investimento di prevenzione riguardo la qualità dei servizi erogati per favorire un minor numero di errori ed infortuni