Nonni e nipoti
Nonni e nipoti
La comprensione della relazione nonni-nipoti nella ricerca di fattori di sostegno delle transizioni familiari
Un “nonno” è un anziano membro di una famiglia, un’importante risorsa familiare spesso sfruttata solo durante i primi anni di vita dei nipoti.
La figura dell’ anziano da un punto di vista storico culturale ha subito un’enorme evoluzione: oggi costituiscono una risorsa importantissima per i giovani adulti nella ricerca d’autonomia.
L’interesse della psicodinamica nella terza età è in fase di crescita: le spiegazioni più comuni riguardano l’aumento dell’età media, il miglioramento delle condizioni psicofisiche degli anziani, la presenza più attiva e prolungata nel tessuto sociale e, spesso, lavorativo.
I dati riguardanti l’analisi degli anziani nel dopoguerra, provengono soprattutto dalla psicoanalisi (Fenichel, 1945; Gitelson, 1948; Segal, 1959), e si riferirono a esperienze cliniche con soggetti più avanti negli anni, considerati emotivamente simili ai bambini. Per la scarsa credenza nelle capacità di cambiamento e probabilmente per la fedeltà verso il proprio modello, omettevano però la lettura delle relazioni con gli altri membri della famiglia. Il passaggio significativo nel processo di osservazione arriva dai teorici sistemici (Whitacker C., et all.) che allargando il campo dell’osservazione permettono un’analisi di ciò che sta “tra” i membri di un sistema e interessandosi alle modalità di affrontare le transizioni familiari, che coinvolgono più membri di differenti generazioni, durante le quali l’anziano spesso funge da catalizzatore.
La famiglia non deve essere considerata come un’entità statica, sempre uguale a se stessa, ma una realtà in continua evoluzione e individuare le fasi che essa attraversa permette di comprendere meglio le relazioni che in essa si sviluppano, relazioni anch’esse in continuo mutamento. Si ha infine la necessità di indagare le risorse che un sistema familiare sfrutta per soddisfare i propri bisogni di cambiamento cioè, la ‹‹configurazione di un sistema complesso a rete, in cui bisogni e risposte siano co-relati attraverso una pluralità di attori, formali e informali›› (Donati, 1995, p. 16). L’evoluzione della famiglia va di pari passo con l’evoluzione personale. L’individuo deve affrontare diversi compiti evolutivi tra cui quelli legati al cambiamento generazionale. Va considerato poi il mutamento delle relazioni intergenerazionali e delle modalità di comunicazione familiari, anche come mezzo per contrastare la solitudine particolarmente dell’anziano, all’interno di una società che tende a privilegiare la produttività e la giovinezza.
La famiglia deve essere analizzata nel suo insieme: il tipo di qualità di rapporto tra le generazioni; la trasmissibilità di modelli relazionali, di riti e di miti (Andolfi M., Angelo C., 1988) ai giovani “tecnologici”. È utile analizzare i fattori di rischio e/o protettivi per le transizioni prendendo in considerazione anche la collusione generazionale che impedisce il rinnovamento degli scambi generazionali, evidenziando alcune aree cruciali del funzionamento familiare e degli scambi con le famiglie d’origine. L’immagine del nonno, che gli studi ci insegnano, è profondamente cambiata e quindi, ci impone un’analisi precedente al trigenerazionale. In un’indagine condotta da Eurispes in collaborazione con Telefono Azzurro, intitolata “L’identikit del nonno italiano“, la terza età viene considerata “dinamica” e piena di vita con una collocazione rilevante nella famiglia moderna. I nonni si segnalano come i nuovi protagonisti attivi e, a dispetto di vari miti ereditati dalla famiglia patriarcale, i nonni moderni sono ora in grado di proporsi con accenti e caratteristiche diversi, per conquistarsi un posto di rilievo nella famiglia contemporanea.
Se poi si prende in considerazione il rapporto con i nonni, gli studi ci dicono che esiste un’asimmetria a favore dei più giovani membri della famiglia. Un dato molto significativo ci viene dallo studio del rapporto tra nonni e nipoti, che risulta sempre più forte, un legame rafforzato dall’affetto (il 92,7% dei bimbi si sente amato), dalla comprensione (oltre l’80% dice di essere capito) ma anche dalla trasmissione delle conoscenze e della esperienza di vita, fonte indispensabile per il 76,2% dei ragazzi. Un legame fortificato dalla quotidianità: il 31,1% dei bimbi trascorre “molto” tempo con i nonni e il 43% a sufficienza (percentuali più alte nelle Isole).
Un’ampia e complessa visione del rapporto intergenerazionale ci può fornire indicazioni su quali sono i fattori di sostegno alle giovani generazioni e quali le possibilità di benessere della famiglia e le modalità di crescita e di evoluzione verso migliori condizioni di vita.
Bibliografia
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